La procrastinazione è  un comportamento comune a tutti, che  porta a rimandare  azioni  o decisioni importanti, sostituendoli a con attività più piacevoli ma meno urgenti. 

Capita a tutti di procratinare una chiamata, di ordinare la casa o la preparazione di un esame, pensando  che c’è tempo per quella situazione da gestire. 

Procrastinare solleva in modo illusorio e temporaneo dallo stress delle scadenze dei compiti. 

Nonostante la persona sappia che la procastinazione può portare conseguenze negative, nega di dover svolgere una azione o prendere quella decisione lavorativa o personale.  Rimandare quello che è importante, imprigiona le persone in un loop di confusione e indecisione  che aumenta il senso di insoddisfazione, rendendo la persona paralizzata nei suoi bisogni e desideri. 

La persona che procrastina infatti, mostra un blocco psicologico importante  che comporta a livello emotivo ansia e irrequietezza se non gestito in modo appropriato. 

Quando l’abitudine a procrastinare  si consolida, influenza in modo negativo anche la qualità di vita della persona, che continuamente rimanda l’esecuzione , l’inizio o il completamento delle attività. Procrastinare può sembrare un sollievo temporaneo ma compromette la propria autostima, produttività e benessere psicologico.

Se la persona continua a procrastinare anche decisioni relative al lavoro o alla vita personale e alla creazione di legami stili affettivi, potrebbe essere utile approfondire le motivazioni tramite un percorso si psicoterapia per comprendere le resistenze che bloccano l’azione.  Le conseguenze sono infatti la perdita di tempo e le mancate  opportunità che possono portare a uno stato di depressione e ansia cronico. 

Le caratteristiche emotive e cognitive connessa alla procrastinazione

La procrastinazione non è  affatto espressione di pigrizia ma sono diverse le emozioni sottese a questa condizione. 

 Il primo passo è comprendere i meccanismi alla base di questo processo mentale. 

La procrastinazione è  infatti legata alla funzione esecutiva del cervello, ovvero la capacità di controllare e organizzare il proprio comportamento.  Quando ci si trova di fronte a  nuove sfide, come un nuovo lavoro o conoscere persone nuove, si prova paura e si cerca  di rimandare ciò che si vorrebbe o dovrebbe fare. La paura di procrastinare è molto connessa alla paura del fallimento , nel non essere  all’altezza e quindi a evitare determinati compiti impegnativi per paura di non riuscire.

Le persone che procastinano, tendono poi a essere perfezioniste, vale a dire a non riuscire ad affrontare un compito se non in maniera perfetta e sicura.  Pertanto la persona ha paura del giudizio degli altri e di fallire e non vuole rovinare l’immagine che gli altri hanno di lui.  Non vuole nemmeno agire in situazioni che possono comportare la modifica della propria identità.  Ad esempio, capita che  una mamma che si prenda cura di sé per paura che sia attaccata di non interessarsi ai figli o alla famiglia.   Ci si occupa più delle  aspettative che gli altri possono depositare su di noi,che di agire.

Accanto alla paura delll’insuccesso, c’è  anche la paura del successo, quando la persona sente di non meritarlo e nutre sensi di colpa.  Ha sempre il timore che gli altri si aspettino delle performance grandi, pertanto fatica anche ad assumersi responsabilità.  La persona tende infatti ad avere standard molto alti e quindi  si cerca di procrastinare qualcosa per non veder diminuito il proprio valore personale agli occhi degli altri. 

 Chi ha bassa autostima può anche percepire un compito come una minaccia, preferendo rimandare. 

Infine, anche una cattiva gestione del tempo e una mancata pianificazione  posso rendere difficile affrontare le attività in modo tempestivo.  Speso anche la mancanza di energia o motivazioni porta a procrastinare. “ C’ è tempo per poterlo fare” è  l’espressione tipica di quando la persona effettua una stima irrealistica sottovalutando il tempo necessario e le risorse a disposizione. 

Le conseguenze della procastinazione

Ci sono due stili differenti di procrastinazione, la persona che si rilassa, quando evita le attività considerate noiose e ordinarie a favore di azioni piacevoli, oppure il procastinatore ansioso,  che tende ad avere poca fiducia e una serie di paure e idee irrazionali che non li consentono di agire. 

Una persona che procrastina mette in atto una forma di evitamento che non gli permette di entrare in contatto con le proprie insicurezze, paure e limiti; così facendo non affronta le preoccupazioni e non è costretto ad aver a che fare con le emozioni che derivano. Ci si vuole difendere dalle delusioni e dalle emozioni negative, difficili da digerire. 

Le conseguenze della procratinazione sono davvero impattanti, dall’aumento della condizione di stress a ansia che riduce la produttività , a sintomi depressivi legati a disturbi del sonno. 

In molti casi si tratta di un automatismo : per  istinto si  allontana quello che è spiacevole e che è  un ostacolo. 

Sebbene all’inizio, procrastinare sembri molto utile e vantaggioso perché comporta meno stress e ansia, quando le scadenze incalzano, i livelli di ansia aumentano da nascondere i benefici iniziali. Procrastinare implica scendere a compromessi sulla qualità di vita. 

La procrastinazione può danneggiare anche i rapporti personali.  Ad esempio, la procrastinazione diventa un modo per comunicare, esprimendo in modo passivo aggressivo il disaccordo rispetto allo svolgimento di una certa azione.  Quindi è come se la procrastinazione assumesse una intenzione comunicativa di ribellione e ostilità. 

Nelle relazioni, si può anche essere percepiti come superficiali, disinteressati , non maturi e non piaci di svolgere la propria mansione. 

A livello personale invece, ci si sente incapaci, impotenti con una netta diminuzione della sicurezza in sé, quando si interagisce con gli altri.. 

Le strategie per evitare di procrastinare

Il procastinatore ha bisogno di lavorare in modo specifico su aspetti della sua vulnerabile, dal concentrarsi sulle paure e sui pensieri negativi e dall’ imparare ad avere una visione più realistica del tempo e impiegare energie per creare strategie organizzative.

Procrastinare infatti è sempre una scelta ed è responsabilità della persona occuparsene di questa fatica. 

Non è necessario incolparsi e criticarsi ma iniziare un lavoro sulle proprie credenze disfunzionali per sciogliere i nodi emotivi legati alla procrastinazione. 

La procreazione non è un problema di gestione del tempo ma di regolazione emotiva; bisogna  accettare di essere imperfetti con le nostre vulnerabilità e  accettare un pò di fatica nel gestire la propria quotidianità. 

Sicurante può essere utile strutturare questi punti: 

  1. Allenarsi a non avere bisogno sempre di una soddisfazione  immediata del nostro desiderio 
  2. Sviluppare uno stato di accettazione gentile verso se stessi nel caso di fallimento 
  3. Pensare che non esiste il momento perfetto per iniziare, ma iniziare lo stesso anche se ci sono delle insicurezze e paure 
  4. Lavorare obiettivo alla volta, per non risultare dispersivi con tanti compiti da fare.
  5. Immaginare il momento  successivo alla scelta e alla decisione, che sicuramente sarà piacevole. 
  6. Porsi piccoli obiettivi che possono essere condivisi, per sentirsi più responsabili,  auto imponendosi delle scadenza ma senza creare uno stato di allerta 
  7. Praticare esercito fisico da intervallare a compiti importanti 
  8. Eliminare le distrazioni  e le attività che portano perdita di tempo 
  9. Iniziare dalla decisione o dall’azione più difficile  per sentirsi poi soddisfatti 

Se pensi di avere problemi legati alla procrastinazione e desideri ricevere una consulenza da uno dei nostri specialisti, puoi contattare il Centro Clinico di Psicologia di Milano, via Buonarroti 19, 20149 Milano (M2 Buonarroti):

È inoltre possibile consultare la pagina dei contatti.

Articolo a cura della dott.ssa Mirella Chiorazzo 

Guarda il Video sulla procrastinazione

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