TRADIMENTO: LA TERAPIA DI COPPIA COME STANZA PRIVILEGIATA IN CUI OCCUPARSENE.
Da Dott.ssa M. Galimberti e Dottor A. Ferella.
Il tradimento, contrariamente all’opinione comune, non rappresenta la principale causa di divorzio; gli studi rivelano infatti che solo il 20-27% delle coppie attribuisce la causa della fine del legame alla presenza di una relazione extraconiugale (Monguzzi, 2020).
Rilanciare e rinnovare il legame di coppia a seguito di un tradimento è possibile. Si tratta tuttavia di un’impresa che non può prescindere dalla consapevolezza che il tradimento sia, nella storia della coppia, un evento che assume contorni drammatici: provoca importanti vissuti di sofferenza, da sentimenti di rabbia e disgusto a quelli di abbandono e solitudine, ed è causa potenziale di traumi e stress a molteplici livelli (nelle diverse aree di vita personali e relazionali).
La natura drammatica del tradimento è facilmente comprensibile se risignificato come rottura del patto di coppia, di quel patto fondante il legame stesso tra i partner, frutto di un percorso di conoscenza, di scambi, di emozioni e progetti vissuti, sognati e pensati, insieme.
Il tradimento comporta che la promessa e l’impegno reciproco a prendersi cura della relazione, proteggerla e nutrirla proprio perché eletta dai due partner come “speciale” rispetto alle altre, vengano infranti dal rivolgere cura e attenzioni ad una terza persona.
Nell’eterogeneità delle crisi di coppia che motivano la domanda di terapia rientra inevitabilmente il tema del tradimento: la coppia si interroga e altresì ripone speranza nella possibilità di rilanciare il legame di coppia, di reinvestire impegno e cura reciproca, di riconoscere nuovamente quel legame come unico, da preservare e da curare.
Il primario interesse clinico di aiutare la coppia coinvolta nel dolore del tradimento muove e guida la ricerca, tanto che negli ultimi decenni la terapia di coppia sta ricevendo importanti spunti e indicazioni dall’ambito empirico.
Tra gli studi più recenti, di particolare rilevanza appaiono i dati provenienti da uno studio pilota condotto su un campione di 46 coppie sposate o conviventi che hanno attraversato l’esperienza del dolore legato al tradimento e hanno chiesto un aiuto terapeutico (Covini P. et Al., 2022). La domanda di terapia delle coppie muoveva dal desiderio di reinvestire nella relazione, con consapevolezza però che l’esito del lavoro terapeutico avrebbe potuto portare sia al rilancio di un nuovo “stare insieme” sia alla dolorosa presa di coscienza circa l’impossibilità di ritrovarsi. La ricerca ha previsto l’impiego di un apposito questionario per la raccolta dei dati anamnestici delle coppie e delle informazioni relative all’intervento terapeutico; particolare attenzione è stata rivolta alla qualità della comunicazione e alla sessualità di coppia (desiderio e soddisfazione).
Cosa suggerisce la ricerca?
- Il tradimento si manifesta spesso come ricerca di occasioni di espressioni del Sé, di riconoscimento e di comprensione empatica al di fuori della coppia e riguarda prevalentemente il genere maschile anche nelle coppie più giovani. Vengono confermati così i dati di altri studi circa una prevalenza maschile nell’infedeltà di coppia; in particolare dalla ricerca risulta che nel 78% dei casi è l’uomo a tradire, nel 20% la donna e nel 2% di casi il tradimento interessa entrambe i partner.
- La mancanza di comunicazione tra i partner risulta un importante fattore di rischio per il coinvolgimento in relazioni extraconiugali: il 55% delle coppie lamenta una scarsità di dialogo e tra questi il 98% riporta la presenza di aspetti importanti di conflittualità. “I tempi della comunicazione si sono ridotti. Lo spazio di una cena resta uno dei pochi momenti in cui ci si ferma a discutere…” (Palazzo, 2020). La soddisfazione del bisogno di essere visti, conosciuti e compresi può condurre al progressivo distanziarsi dal proprio coniuge nonché al soddisfacimento di tali bisogni attraverso sguardi, attenzioni e cure da parte di terzi.
- Contrariamente al pensiero comune, ma in linea con altri studi precedenti, i dati suggeriscono che si può tradire anche in presenza di un’intimità di coppia soddisfacente. Il tradimento non risulta quindi come conseguenza di un allontanamento fisico e sessuale tra i partner, che al contrario mostrano una vicinanza fisica, desiderio e soddisfazione sessuale sia prima che in seguito al tradimento. Una buona intimità di coppia costituisce un’importante fattore prognostico circa la speranza clinica del superamento della crisi.
- Un dato di particolare interesse in ottica familiare, riguarda la prevalenza del tradimento in coppie che hanno figli in età adolescenziale: 83% delle coppie, con figli dagli 11 ai 14 anni). La fase del ciclo di vita con figli in età adolescenziale è particolarmente delicata perché comporta alla coppia due compiti specifici. Sul versante genitoriale, la coppia deve trovare un giusto equilibrio tra accogliere il bisogno crescente di autonomia dei figli e accompagnarli ad esplorare il modo, ponendosi come guida anche normativa; questo compito tutt’altro che semplice può aver ricadute negative sulla relazione di coppia. Sul versante di coppia i partner devono pertanto proteggere il legame da aspetti di tensione/discussione che li riguardano come genitori impegnati in scelte educative complesse ma contemporaneamente devono rilanciare il legame in nuovi spazi di tempo che, la crescita dei figli con la riduzione dei loro bisogni primari, offre alla coniugalità (Scabini e Iafrate, 2003).
Ecco che in questa fase del ciclo di vita il legame di coppia può divenire sofferente e favorire lo sguardo verso un esterno extraconiugale a causa di importanti difficoltà sul piano genitoriale e/o vissuti di solitudine, trascuratezza e/o questioni antiche irrisolte tra i partner ora emergente nel nuovo tempo da dedicare alla coppia.
- Lo sguardo sull’intero sistema familiare risulta prezioso anche nel leggere un altro dato: tra le principali motivazioni alla base della domanda di terapia di coppia emerge il desiderio di proteggere il benessere dei figli da una possibile sofferenza conseguente alla separazione.
- Insieme alla responsabilità genitoriale, anche l’impegno espresso attraverso la promessa matrimoniale sembra essere un fattore importante per il desiderio e il compito di provare a rilanciare il legame a seguito di un tradimento. Il campione esaminato mostra una differenza significativa tra il numero di unioni di coppia sancite dal matrimonio, 82%, e quello definito dalla convivenza, 18%; trova conferma l’indicazione di altri studi secondo cui, in generale, rendere ufficiale la relazione tramite il matrimonio, sancire ufficialmente il patto, rafforzi l’impegno verso il mantenimento del patto stesso, impegno che si traduce anche nel tentativo di ri-trovarsi in un legame stabile e di benessere dopo il tradimento di uno dei due.
- Un altro fenomeno che appare evidente dall’analisi dei dati è che la rete informatica costituisce il luogo privilegiato in cui hanno origine e si sostengono le comunicazioni tra gli amanti.
- In accordo con altri studi, è emersa una correlazione tra il rilancio del legame e il tempo della terapia: all’aumentare dei tempi del percorso psicologico, diminuisce la probabilità che la coppia si separi. Il 15% delle coppie si è separato e il 15% ha abbandonato la terapia, a fronte però di percentuali più elevate di coppie stanno continuando il percorso terapeutico con l’obiettivo di rafforzare la decisione di rinnovare il legame, il 33%, e il 37% delle coppie che ha terminato il percorso terapeutico con la scelta definitiva di riconfermare il legame di coppia. Anche a fronte di una crisi drammatica generata dal tradimento, la stanza di terapia si rivela quindi come spazio privilegiato in cui accogliere e lavorare insieme e per la coppia, con l’obiettivo di ricreare uno spazio per l’ascolto reciproco, risvegliare il desiderio di cambiamento e scoprire nuove strade per sostenere la speranza e rilanciare il legame.
Riferimenti Bibliografici
Covini P. et Al., 2022. Terapia di Coppia e Tradimento. In Rivista Frattali, n.4.
Palazzo S., 2020. Il tradimento nella coppia. Bergamo: Corponove.
Scabini E. e Iafrate R., 2003. Psicologia dei Legami Familiari. Il Mulino.
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