Adesso stava alla finestra e tornava con il pensiero a quell’istante. Che altro poteva essere se non l’amore, che era venuto in quel modo da lui a farsi conoscere? Ma era davvero l’amore? […]E gli dispiaceva che in una situazione simile, quando un vero uomo avrebbe saputo immediatamente come agire, lui esitava privando in tal modo l’istante più bello della sua vita del suo significato”. (Milan Kundera, “L’insostenibile leggerezza dell’essere”)

Che cosa è la filofobia 

La Filofobia ( dal greco “”φιλος”” amore e “”φοβία” “ paura) è la paura di amare e di innamorarsi, condizione che impedisce l’instaurarsi di una relazione sentimentale anche quando si provano sentimenti intensi per l’altro. 

Nella cultura condivisa l’amore è considerato come qualcosa di positivo che provoca beneficio e benessere; tuttavia diverse persone che giungono  all’attenzione clinica, si mostrano  spaventatedi fronte all’innamoramento ed esperiscono  emozioni negative molte intense, quali vergogna, rabbia e tristezza.

Quello che si teme non è tanto l’innamoramento in sé e per sé ma la reazione di fronte all’evento,  in particolare la perdita di controllo conseguente al lasciarsi affidare all’altro. Fa paura la condizione del  mettersi a nudo nella versione più reali di se stessi. L’altro viene sentito come una minacciosa invasione al proprio spazio personale e si desidera evitare il coinvolgimento emotivo nell’incontro. La  paura di lasciarsi coinvolgere  dall’incontro con l’altro, la paura di non riuscire più a gestire le emozioni possono generare disorientamento e sconforto.

Ci si sente sopraffatti e  frequentemente si verifica  la messa in atto di comportamenti difensivi di evitamento: ci si mostra distaccati, poco interessati, si riducono i contatti  con la persona e/o comportamenti difensivi di controllo come l’intellettualizzazione e la razionalizzazione,  negando il proprio mondo emotivo, per il timore di soffrire. 

La paura di innamorarsi comporta non soltanto quindi  l’evitamento attivo di tutte le condizioni di incontro, la condizione di ansia anticipatoria ma anche una notevole interferenza con la normale routine del funzionamento lavorativo e delle relazioni sociali, fino a manifestazioni  somatiche d’ansia ( quali sudorazione, tachicardia e fame d’aria). La paura per quanto sconsiderata e irragionevole immobilizza la persona intimorita che non  riesce a instaurare nulla relazione di coppia stabile e duratura. Il livello di tolleranza emotiva è molto basso e si preferisce la fuga. 

Questa condizione è diffusa sia nel sesso femminile che maschile ed insorge quando si è in procinto di intraprendere o approfondire una relazione sentimentale. Spesso sono persone socialmente integrate, realizzate nel lavoro, che si dedicano a molte attività e con una buona rete sociale a soffrire di più di questa condizione, come se “ non ci fosse spazio  per altro”.

Le cause della filofobia 

La letteratura evidenzia diversi fattori alla base della paura di instaurare relazioni intime, percepite come una minaccia al proprio sé e alla propria stabilità emotiva. In particolare:

  • Precedenti relazioni deludenti: al fine di tutelarsi dal rischio di una altra sofferenza, la persona evita qualunque tipo di legame affettivo.
  • Esperienze famigliari dolorose: l’aver sperimentato un clima famigliare freddo e svalutante  ed esperienze di lutti e abbandoni,  fa crescere la paura di essere rifiutati e abbandonati.
  • Sensazione di perdere il controllo: la fatica di lasciarsi andare per non essere destabilizzati, impedisce un incontro sereno con l’altro. 
  • La difficoltà ad esporsi : specialmente le persone con bassa autostima e sensibilità al giudizio altrui  temono di esporsi per evitare di essere abbandonate. 
  • Difficoltà nel rapporto sessuale e nel raggiungimento del piacere durante un rapporto sessuale: si evitano  le sensazioni  emotive troppo intense. 
  • Stile di vita molto abitudinario: le persone che hanno uno stile di vita molto strutturato e abitudinario si sentono minacciate dagli stimoli esterni.

Gli effetti della filofobia sulla relazione 

La persona soffre, consapevole della infondatezza della propria paura ma non riesce a fare a meno di fuggire dalle relazioni. Alcune persone scelgono deliberatamente di intraprendere storie d’amore difficili e impossibili, stando attente a sondare ogni segnale che faccia capire che è il momento per ritirarsi. La reiterata tendenza a sparire dopo aver sperimentato una relazione emotivamente intensa lascia però un senso di inadeguatezza e di solitudine.

Le persone si mostrano distaccati con l’altro, autoreferenziali, alessitimici( incapaci di leggere ed esprimere le emozioni che provano ),  disinteressati all’approfondimento del rapporto ed all’intimità sessuale , con una scarsa disponibilità emotiva e la necessità di mantenere una assenza di condivisione delle aree di vita personali. Queste proiezioni sull’altro implicano un rapporto sentimentale faticoso.

Lo stile di attaccamento

Questo fenomeno interpersonale necessariamente merita di essere messo in relazione con la scelta del partner in una relazione sentimentale sulla base della teoria di attaccamento elaborata da Bowlby. La scelta del partner non è casuale  e quando due persone si incontrano portano con sé un bagaglio di relazioni, teorie, aspettative e difficoltà che traggono origine dai precedenti legami di attaccamento sperimentati sia in famiglia sia nelle relazioni di coppia precedenti. Il formarsi di una coppia poggia sulle capacità del partner di confermare le rappresentazioni di sé e degli altri formatesi nella prima infanzia, (i cosiddetti modelli operativi interni).

La scelta del partner è funzionale a non far vacillare il sistema di rappresentazioni di ciascuno di noi. I modelli operativi interni si configurano come schemi mentali che ciascuno costruisce nel corso della propria vita, vale a dire rappresentazioni interne di sé stessi, delle proprie figure di attaccamento ed hanno la funzione di veicolare la percezione e le interpretazioni egli eventi da parte dell’individuo. I modelli operativi interni guidano il comportamento e possono modificarsi nel corso della vita sulla base delle esperienze. 

Tutte le relazioni sentimentali si sviluppano organizzando la vita affettiva in funzione dei passati legami di attaccamenti e mettendo in luce il ruolo delle relazioni della prima infanzia che predicono il futuro successo di una relazione di coppia. Bowlby sostiene che gli individui presentano una predisposizione innata a stabilire alcuni legami preferenziali di attaccamento che una volta instaurati, spingono alla ricerca del contatto e della vicinanza di una persona. Specialmente nelle situazioni di stress e disagio, si attiva la richiesta di accudimento nei confronti del proprio partner, chiamandolo a svolgere la funzione di base e di rifugio sicuro. 

La costruzione del legame di attaccamento nella coppia risente dei modelli relazionali dei due componenti della coppia. Non sempre è presente una reciprocità bilanciata tra i partner relativamente al trasferimento reciproco delle diverse funzioni di base e rifugio sicuro. 

Una persona sicura con figure di attaccamento responsive e disponibili ha interiorizzato che la ricerca della vicinanza è una strategia di regolazione delle emozioni e la userà nei momenti di bisogno. Una persona insicura a seguito di esperienze con figure di attaccamenti non disponibili e non sensibili, userò la strategia di ricerca della vicinanza ma in modo fallace. Le persone mantengono delle strategie di disattivazione per evitare la frustrazione e il disagio delle interazioni sperimentato con figure fredde, rifiutanti o punitive.

La relazione di coppia rappresenta quindi un legame che nei momenti di difficoltà è caratterizzato dalla disattivazione delle funzioni di rifugio e base sicura. La relazione è una minaccia alla propria autonomia e il partner non sarà in grado di dare sollievo alle loro preoccupazioni come capita nelle persone che soffrono di filofobia. 

Hazan e Shaver (1987; 1992), concentrandosi sull’attaccamento adulto, spiegano l’innamoramento come un processo interpersonale che viene vissuto dagli individui in maniera diversa, in relazione alle loro differenti storie di attaccamento. Sulla base di evidenze empiriche, i due studiosi hanno individuato tre categorie principali dell’attaccamento adulto: –Stile sicuro: proprio di persone che mostrano fiducia nelle relazioni, vissute con serenità, oltre che in sé stesse, percependosi come capaci di offrire e meritare amore, conforto e sostegno – Stile evitante: caratterizzato dalla paura dell’intimità, che può venire accuratamente elusa, dalla difficoltà a accettare la possibilità di dipendere dagli altri e a esprimere i propri sentimenti.

La persona evitante tende a sottolineare la propria capacità di essere autonoma per cui, in una relazione sentimentale, difficilmente riesce a accettare i difetti del partner e a fidarsi di quest’ultimo – Stile ansioso-ambivalente: caratterizzato da una difficoltà a fidarsi dell’altro, percepito come incapace di soddisfare le proprie richieste di amore e vicinanza. 

Le persone sembrano mosse da un forte desiderio fusionale e di dipendenza dal partner ma, al tempo stesso, anche da una crescente insoddisfazione per il sostegno e l’amore ricevuto. Possono emergere, quindi, uno stile relazionale intrusivo e richiedente e un alto livello di gelosia nel rapporto. Alle volte emerge  la preoccupazione che il partner possa essere interessato a qualcun altro oppure che non desideri la vicinanza e questo ha a che fare sia con sentimenti di timore e disagio in relazione all’intimità sia con la difficoltà a accettare che, in un legame affettivo, si possa dipendere dagli altri. 

Fisher e Crandell (2001) parlano di attaccamento complesso per indicare la natura duale dell’attaccamento di coppia ed anche la bidirezionalità della dipendenza reciproca che caratterizza le relazioni sentimentali tra adulti. Questi autori sottolineano quindi come ciascun partner, agendo come figura d’attaccamento, dovrebbe tollerare l’ansia di essere dipendente dall’altro e anche di essere l’oggetto della dipendenza dell’altro.  I due autori hanno descritto i vari possibili matching delle diverse tipologie ciascun partner: 

Attaccamento di coppia sicuro: quando entrambe i partner si spostano liberamente da una posizione dipendente a quella di essere oggetto di dipendenza dell’altro, esprimendo apertamente il bisogno di conforto e contatto, come pure quello di accoglienza del contatto, segnalando un equilibrio dei due aspetti nell’individuo e nel sistema. 

Attaccamento di coppia insicuro, che si divide in: o Attaccamento di coppia distanziante/distanziante in cui entrambe i partner negano i sentimenti di dipendenza e vulnerabilità o Attaccamento di coppia preoccupato/preoccupato in cui i partner esprimono sentimenti costanti di deprivazione ed una convinzione reciproca che l’altro non potrà mai soddisfare il bisogno di conforto o Attaccamento di coppia distanziante/preoccupato in cui il partner preoccupato si sente cronicamente deprivato ed abbandonato, mentre il partner distanziante appare infastidito dai bisogni di dipendenza dell’altro, conducendoli ad una dinamica del tipo inseguitore-distanziante spesso fioriera di relazioni di tipo altamente conflittuale. Questo è il matching che più frequentemente ricorre alla psicoterapia di coppia, il partner distanziante evita di essere dipendente e minimizza l’importanza del legame, mentre il partner preoccupato, sentendosi cronicamente deprivato ed emotivamente abbandonato, esaspera la richiesta di rassicurazione sul piano degli affetti.

Attaccamento di coppia sicuro/insicuro: la presenza di un partner sicuro, grazie alla capacità di assumere sia le posizioni di dipendenza, sia di essere l’oggetto di dipendenza da parte dell’altro, potrebbe offrire un’esperienza emozionalmente correttiva al partner insicuro che, in questo modo, potrebbe riuscire comportarsi in modo più flessibile e bilanciato. 

Le ricerche forniscono dati anche a sostegno del legame tra attaccamento insicuro  e psicopatologa in età adulta. . A questo proposito, alcuni ricercatori (Lorenzini e Sassaroli, 1995) hanno evidenziato come a un certo schema di attaccamento possa corrispondere anche  problemi nell’area della personalità.  

Come affrontare la paura in terapia

L’innamoramento è indubbiamente una delle esperienze affettive- emozionali più arricchenti ma anche complessa in quanto mette in gioco diversi aspetti della nostra persona.  Il rapporto di coppia è un delicato equilibrio di continui adattamenti e rotture. La relazione è una scelta che attiva diverse parti di noi e spesso rievoca paure e incertezze che ci portiamo dentro da molto tempo. Se alcuni vissuti risultano troppo angoscianti, la relazione con l’altro ne risentirà indiscutibilmente.

Se ci rendiamo conto di non riuscire ad avere delle relazioni soddisfacenti o di cercare relazioni molto faticose che hanno un epilogo triste, bisogna fermarsi e chiedere qual è il nostro ruolo in queste relazioni. Spesso si ricercano in modo inconscio, persone che confermino le nostre paure. 

 È importante diventare consapevoli dei propri vissuti emotivi. Riconoscere la paura di amare non è facile perché si maschera dietro a tante giustificazioni. Ma se la paura è troppo intensa, è necessario chiedere aiuto a un terapeuta, per trovate uno spazio di ascolto adeguato. Nella relazione terapeutica si sperimenterà quella  relazione di fiducia nella quale affidarsi per capire  le resistenze nel perdere il controllo in questa esperienza così totalizzante come è l’amore. 

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articolo scritto dalla dott.ssa  Mirella Chiorazzo

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