Mi piacerebbe raccontare oggi di alcune delle  forme di manipolazioni più frequenti, presenti in tutte i rapporti relazioni, famigliari, lavorativi, amicali, soffermandomi  in questa sede sul contesto relazionale affettivo. 

Parleremo di breadcrumbing, ghosting,, blackmailing  e  gaslighting

l breadcrumbing o amori briciola

“l’amore fugge come un’ombra l’amore reale che l’insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l’insegue” Shakspera

“ Ho conosciuto un uomo, mi ha corteggiata, abbiamo iniziato a frequentarci, mi ha dato attenzioni e poi sparito. Poi è riapparso con dei fiori e una chiamata, non so che cosa pensare ”

Questa condizione che sento spesso nei racconti dei miei pazienti,  è molto diffusa nei rapporti relazionali e prendi il nome di Breadcrumber,  una forma di manipolazione molto faticosa da tollerare sia nei rapporti reali che in quelli virtuali tramite l’uso dei social network.

Come suggerisce il nome,   letteralmente “pangrattato, briciole di pane”, la persona che manipola, lancia alla vittima dei piccoli segnali , appunto “delle briciole “di vicinanza, che non evolvono mai in nulla e non progrediscono in una relazione.  La persona elargisce regali, messaggi, appuntamenti, fa vedere la volontà di stare con quella persona ma non viene agito nulla di concreto. Queste attenzioni, conferme e rassicurazioni  sono poi alternate ad assenze e sparizioni che mettono a tappeto la vittima passando il messaggio “ ti voglio e ti posso prendere quando voglio, tanto tu ci sei e mi aspetti” . Questi comportamenti ambigui  e contradditori, è come se fossero briciole, che non sono né troppo poche per chiudere né abbastanza per far maturare il rapporto. Pertanto questa forma di manipolazione lascia la vittima senza strumenti: da una parte le aspettative sono disattese,  rimangono illusioni, dall’altra parte, non c’è la possibilità di elaborare un lutto perché la separazione non è mai definita. La persona rimane sempre in panchina, senza progettualità ma comunque legata a causa dei comportamenti ambigui. 

Le conseguenze più evidenti sono la rabbia e l’ impotenza e quello che è tipico è l’ambivalenza: nonostante la relazione,  sia nociva,  non ci si separa, ci si illude che l’amore immaginato prima o poi si possa realizzare. La confusione confonde la persona che è vittima, che subisce  situazioni spiacevoli che vengono contrapposte a sensazioni piacevoli quando l’altro torna, pieno di amore e attenzioni. 

Chi agisce questa tecnica ha ovviamente problematiche legate alla propria personalità e alle esperienze nella propria infanzia con le figure di attaccamento. Il manipolatore gode di un desiderio di controllo sulla vittima, sottomettendola alla propria volontà personale,  al fine di nutrire la propria autostima, mentre le vittima rimane ancora più di più legata, facendosi bastare piccoli momenti di condivisione e mettendolo nella posizione di accettare il carnefice, quando ricomparirà. Pur essendo consapevole di non poter stare in queste briciole, non si riesce a chiudere.

‍Si può uscire dal breadcrumbing ? Si! La vittima può uscirne, aumentando la consapevolezza di questi meccanismi, non lasciandosi travolgere dalla paura di rimanere sola ma mettendo in luce i suoi bisogno e desideri, ponendosi dei limiti per proteggersi. 

E’ prioritario prendersi cura di sé  e iniziare un percorso di terapia 

 Ghosting

“ Non capisco, ci siamo sentiti fino a ieri, poi non ho avuto sue notizie “.

Il termine ghosting, indica il comportamento di chi, agendo come un fantasma (dall’inglese ghost), tende a chiudere una relazione troncando ogni forma di comunicazione e rendendosi irreperibile. La relazione viene interrotta bruscamente senza alcuna spiegazione. L’arrivo della tecnologia ha reso questo fenomeno molto diffuso, dando la possibilità di chiudere ogni tipo di contatto. 

La comunicazione è sparire, come se non fosse mai successo nulla, causando disagio e malessere nella persona che lo subisce; tuttavia questa modalità tiene la vittima ancora più agganciata nel tentativo di capire il significato di tale gesto. 


Il ghosting ferisce le persone, perché sentirsi ignorati o evitati può fare emergere sentimenti di rifiuto e di abbandono. La vittima si sente spesso usata come qualcosa di poco importante e vive in modo doloroso la separazione. In assenza di una spiegazione è come se la relazione rimanesse sempre sospesa, lasciando confusione e insicurezza. 

La conseguenza della propria autostima è devastante, ci si sente respinti e rifiutati e quando una persona ha già sperimentato situazioni di abbandono o perdite, essere rifiutata diventa problematico. Questo comportamento può far emergere fatiche e ferite irrisolte, provate in altre occasioni. 

La vittima si sente in colpa di aver fatto qualcosa di sbagliato e il proprio benessere emotivo vacilla. 

Una persona può decidere di sparire dal nulla, per diversi motivi. Non solo per non essere interessato a quella persona, ma anche per la paura di investire nelle relazioni.  Potrebbe infatti essere l’unico modo che quell’individuo conosce per evitare i conflitti e per non dover affrontare le ripercussioni o le conseguenze della sua decisione di interrompere un rapporto. La persona abbandona prima di essere abbandonato se sente il legame forte. 

In questo senso il ghosting può anche essere una misura di autoprotezione rispetto all’incapacità da parte dell’individuo di affrontare le situazioni conflittuali. L ’evitamento del contatto interpersonale con l’obiettivo di prevenire esperienze negative,  è collegato a tendenze depressive.

Una persona agisce il ghosting perché non ha voglia di cominciare, spera che sparando, l’altra persona lo capisco e non dia più spiegazioni. Sparisco perché penso che sia meno dolorosa per l’altro. 

Anche per questa forma di manipolazione, è necessario rivolgersi a un professionista per essere aiutato. 

Blackmailing

“  Se non stai con me questo fine settimana, io sta male per colpa tua “

Si tratta di una potente forma di manipolazione in cui una persona a noi vicina,  minaccia, in modo diretto o indiretto, di punirci se dovessimo disattendere le sue aspettative. In genere questo tipo di ricatto è messo in atto proprio dalle persone con cui si hanno relazioni strette, persone alle quali si è legati e che vogliono ottenere da noi qualcosa che non rispecchia le nostre esigenze. Il manipolatore sa quali sono le debolezze e pertanto insinua senso di colpa facendo sentire la vittima responsabile quando disattende le attese.  Il messaggio sottinteso é “se non mi darai quello che voglio te la farò pagare,” quindi ti punisco minando la relazione che ci unisce.

Il manipolatore gode della paura dell’altro, laddove l’altro ha paura di sparsi, di essere respinto e di perdere potere nella relazione. 

Secondo la studiosa Susan Forward sono distinguibili quattro categorie di ricattatori: punitivi , autopunitivi , vittime e seduttori.

  • I punitivi. “Se accetti quel lavoro me ne vado, Se mi lasci non vedrai più i bambini, Se non accetti di fare gli straordinari scordati pure la promozione”. In questo caso, il manipolatore dichiara quello che vuole e le conseguenze delle azioni della vittima. 
  • Gli autopunitivi. “  se non sposti quella chiamata di lavoro, io starò cosi male senza di te che non riuscirò a lavorare”” se non vieni con me alla festa, mi farò del male”. Il manipolatore mette in atto ricatti sottili facendo sentire la vittima responsabile del suo malessere.
  • Le vittime. “ ti comporti sempre male, non so cosa fare, faccio di tutto per te e tu non fai mai nulla”. Il manipolatore non fa minacce ma rende chiaro il messaggio che se la vittima non fa quello che vuole, soffrirà per colpa sua.
  • I seduttori. “ fai quello che vuoi amore, ti sostengo, però se vai a fare quella vacanza con le amiche, poi non possiamo permetterci di fare una vacanza noi, non hai soldi abbastanza ma se vuoi vai pure, io mi arrangio”. Il manipolatore in modo subdolo incoraggia la vittima ma chiarisce che se non si fa come vuole lui, la vittima non riceverà nulla.
  • Il manipolatore che ricatta è molto bravo nel mascherare la pressione esercita per ottenere quello che vuole,  mettendo in dubbio la sua percezione a discapito di quello che sta succedendo. 

La vittima mette in dubbio sempre quello che fa star bene lei, come se fosse più importante il bisogno dell’altro. La vittima non ha libertà di scelta e tede ad assumersi ogni responsabilità per evitare la forma di conflitto. Riesce a rinunciare al proprio benessere pur di soddisfare l’altro. 

Come uscirne. Il primo passo è quello di riconoscere cosa sta succedendo e rendersi conto di trovarsi implicati nelle modalità relazionali di un ricatto morale; il secondo passo è dato dal cercare di capire quali sono le profonde motivazioni da cui traggono origine tali modalità e infine è essenziale cercare di correggere i comportamenti che ci fanno star male. Mantenere un atteggiamento passivo, ma assertivo aiuta a proteggersi. Senza negare completamente le richieste del manipolatore, non si deve accettare tutto quello che viene chiesto, non prima di aver analizzato le possibili conseguenze. Se la vittima si dimostra assertiva può esprimere le proprie esigenze e i propri limiti in modo chiaro e rispettoso.

Il gaslighting 

  • “Sbagli sempre tutto, non ne combini mai una giusta”
  • Come fai a non ricordartelo, me lo hai detto tu!”.

è una forma di manipolazione psicologica  dove il manipolatore nega o distorce la realtà, attaccando  la vittima nella propria autostima e sicurezza, portandolo a dubitare di se stesso, della sua percezione della realtà e dei suoi pensieri. E’ una forma insidiosa e nascosta, caratterizzata da constatazione false presentate come verità, messe in atto dal manipolatore per rendere la vittima più dipendente a sè. Il manipolatore vuole assumerne pieno controllo, per sottomettere l’altro, tramite la svalutazione costante. Mette in dubbio la sua onestà, intelligenze e moralità, colpendo i punti di riferimento della vittima  ma  al contempo dando un rinforzo positivo come parole di stima   prima che la vittima possa allontanarsi. La persona può negare che la vittima  abbia una cattiva memoria o possa viaggiare con la mente. Il silenzio è poi la forma già faticosa per mostrare un mancato riconoscimento. 

Diversi studi mostrano che le personalità che manipolano sono spesso narcisi e ci sono diverse tipologia:

  • il glamour  che controlla la vittima adulandola 
  • il “bravo ragazzo”: che tenta di mantenere un’immagine positiva di se stesso, mostrando un finto interesse nei confronti dell’altro, soddisfacendo in realtà i propri bisogni
  • i’intimidatorio”, che appare critico e sprezzante, inducendo nella vittima sentimenti di disperazione e impotenza. 

Accanto agli aspetti narcisistici, il manipolatore può anche avere comportamenti antisociali, dimostrando distacco dalla realtà e mancanza di empatia. 

 Un esempio di manipolazione di questo tipo  in amore è il tradimento: il partner, coinvolto in una relazione extraconiugale, fa riferimento a stereotipi di genere per distogliere lattenzione da ciò che compie e per controllare l’altro, portandolo a dubitare delle sue percezioni.   Il ciclo della violenza psicologica porta il manipolatore a mettere in discussione, fino a distruggerle, le sicurezze del partner.

Come uscire dal gaslighting: all’inizio la vittima si sente riempita di attenzioni e apprezzata, successivamente inizia una distorsione della comunicazione, dove e la vittima non è più in grado di comprendere e capire il suo abusatore, tanto che le conversazioni sono contraddistinte dall’alternanza di silenzi e commenti piccati e destabilizzanti.  La vittima va incontro a uno stato mentale di rassegnazione e depressione, diventando vulnerabile e dipendente. 

È possibile riconoscere alcuni campanelli d’allarme che possono aiutare la vittima ad uscire da questo tipo di relazionale, quando si  accorge che dà sempre ragione all’altro e assume una posizione di passiva rinuncia. 

Bisogna chiedere aiuto a un professionista per uscire 

Se desiderate ricevere una consulenza da uno dei nostri specialisti, potete contattare il Centro Clinico di Psicologia di Milano, via Tiziano, 19 – 20145 Milano ( MM ROSSA BUONARROTI)

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Articolo scritto dalla dott.ssa Mirella Chiorazzo

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