La ricerca Se-B-Covid-19, promossa dall’Università di Oxford per esplorare l’aspetto sociale nella popolazione dei Paesi colpiti dal Covid-19, restituisce risultati che parlano di un’85% di giovani intervistati soggetti a sintomi depressivi e ansiogeni in epoca di Coronavirus. 

In Italia ne sono Gianpiero Dalla Zuanna e Margherita Silan del Dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Padova i curatori, insieme a Giulia Cuman (bioeticista) e a Silvia Stoppa (psicologa). Tramite questionario distribuito su Facebook e Instagram al termine della Fase 1 del lockdown, hanno promosso l’interrogazione di 1000 individui appartenenti alle fasce d’età comprese fra i 18 e i 74 anni. Il quadro emerso mostra che sul fronte psicologico sono le giovani generazioni quelle più fragili: i ragazzi e i giovani adulti fra i 18 e i 29 anni e fra i 30 e i 44 risultano infatti più soggetti a noia e insofferenza per i limiti sociali, ad ansia e depressione somatizzate anche in problemi di salute fisica e disturbi del sonno. 

Già nelle prime settimane di lockdown, un’indagine dell’Università degli Studi dell’Aquila e del Centro di documentazione, formazione e ricerca per la ricostruzione e la ripresa dei territori colpiti da calamità Territori Aperti, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, raccontava di sintomi di tipo depressivo e ansioso nella popolazione. 

I dati evidenziavano, in conseguenza alle restrizioni alla socialità e alle libertà individuali, sintomatologia da stress post-traumatico nel 37% degli intervistati, ansia nel 20,8%, depressione nel 17,3% e insonnia nel 7,3%. La fascia di popolazione più colpita risultava, anche in questo caso, quella dei giovani, in particolare delle giovani donne

Le cause dei sintomi ansiosi e depressivi nei giovani

Ma quali sono le ragioni della fragilità dei giovani adulti? Perché i giovani subiscono così pesantemente le conseguenze del lockdown nonostante siano colpiti meno e meno duramente dal Coronavirus rispetto ad altre generazioni? 

La situazione dei giovani adulti in epoca di Covid-19

Le percentuali sono coerenti con l’evoluzione della situazione delle giovani generazioni durante l’emergenza Covid-19. 

La situazione finanziaria post Covid-19

Con il rallentamento dell’università e l’interruzione degli stage, il gran numero di contratti a tempo determinato non rinnovati e le difficoltà degli autonomi, le paure dei giovani sono cresciute esponenzialmente. Proprio la situazione finanziaria, non a caso, risulta la preoccupazione più diffusa fra gli intervistati della ricerca Se-B-Covid-19, a prescindere dalla loro fascia d’età. 

Alessandro Rosina, professore di Demografia dell’Università Cattolica di Milano, associa poi alle conseguenze del lockdown lavorative ed economiche dirette anche delle conseguenze che coinvolgono meno direttamente i giovani. Pensiamo al tasso di natalità per esempio o all’età alla nascita del primo figlio: si tratta di indicatori che molto probabilmente risentiranno in senso negativo dell’emergenza Coronavirus. Le criticità che oggi vivono i giovani metteranno un freno ai loro progetti, formativi, familiari o lavorativi che siano, in un contesto in cui già prima del Covid l’uscita dalla casa dei genitori avveniva tendenzialmente in età più avanzata rispetto agli altri Paesi europei. 

Le limitazioni alla socialità durante il lockdown

La situazione delle giovani generazioni non è stata rose e fiori nemmeno dal punto di vista della socialità. Per quanto infatti i giovani siano più inclini all’utilizzo dei mezzi di comunicazione digitali, le videochiamate e le dirette social sono state una buona soluzione per il mantenimento dei legami familiari, amicali e amorosi, nonché del contatto con la realtà, solo nelle prime settimane e la fatica ad accettare la distanza sociale non si è tenuta alla larga nemmeno da ragazzi e giovani adulti.

D’altra parte, la lontananza dai legami avvertiti come prioritari e le preoccupazioni a livello economico hanno spinto molti fuorisede a fare ritorno alle case dei genitori, senza però fare i conti con le proprie abitudini da soggetti emancipati, abituati ad avere i propri spazi. Anche le mura domestiche e la famiglia sono così diventate sito di tensione e insofferenza in diversi casi. Il discorso può essere esteso a diversi esponenti delle giovani generazioni, anche non fuorisede, ma, per costume della nostra società, non più abituati a vivere la casa di famiglia a tempo pieno. 

Le conseguenze del lockdown sui giovani 

Nel complesso, la situazione plasmata dal Coronavirus e dal lockdown per le giovani generazioni è riassumibile in uno stato di grande incertezza

Le giovani generazioni sono multitasking, sono figlie dei ritmi folli della nostra società e della corsa al successo: hanno bisogno intrinseco di fare. Il lockdown lo ha loro impedito per diversi mesi e ora, in Fase 2, la mancanza di certezze per la situazione presente e futura li paralizza. Non solo le preoccupazioni per la salute propria e dei propri cari, ma anche per il lavoro che diminuisce, per l’università che rallenta e per una vita da costruire che rimane in standby. 

Preoccupazioni che per altro si sommano alla sensazione di non avere sostegni in un contesto di tale delicatezza. Se infatti da una parte il Governo non ha mostrato particolare sensibilità alla questione giovani in tempi di Coronavirus, dall’altra l’appiglio della socialità è stato giustamente negato. 

Polemiche sulla movida: giovani irresponsabili o persone che cercano di tornare alla normalità?

Anche questo punto merita una riflessione. Già nelle scorse settimane Dalla Zuanna commentava: 

“Ci si arrabbia per la gente presente in massa ai navigli di Milano, ma serve anche un po’ di comprensione: la cultura dominante è esattamente l’opposto di quello che stiamo vivendo”

 Ora siamo nel pieno della polemica sulla movida e sull’irresponsabilità delle giovani generazioni. 

E’ molto il rumore su una fascia di popolazione che cerca di tornare alla normalità, probabilmente con irruenza e modalità che rasentano il pericoloso, ma poche sono le voci che si alzano per interrogarsi sulle necessità dei suoi esponenti, che oggi più che mai si trovano esposti al grande male delle loro generazioni: la mancanza di certezze.  

Fonti: 

Enrico Ferro, Coronavirus, effetto lockdown: ansia e depressione per l’85% dei giovani, La Repubblica: https://www.repubblica.it/cronaca/2020/05/09/news/coronavirus_effetto_lockdown_ansia_e_depressione_per_l_85_dei_giovani-256134039/

Felice Florio, Coronavirus, gli effetti sulla psiche: si moltiplicano i casi di depressione, insonnia e ansia da lockdown – Il rapporto, Open: https://www.open.online/2020/04/15/coronavirus-effetti-psiche-depressione-insonnia-ansia-lockdown-rapporto/

Francesco Gnani, Coronavirus, l’impatto maggiore è sui giovani. Parla il prof Rosina (Cattolica), Formiche: https://formiche.net/2020/03/coronaviru-giovani-rosina/

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