“Transition to Parenthood”: il difficile compito di diventare genitori senza dimenticarsi di essere partner. 

Da Dott.ssa M. Galimberti e Dott.ssa L. Carrara

Nella lingua anglosassone l’espressione “transition to parenthood” viene utilizzata per indicare la transizione che i coniugi attuano nell’acquisizione dello stato genitoriale

La nascita del primo figlio, come evento che comporta profondi cambiamenti a livello individuale e relazionale, è per sua natura un evento stressante: la coppia di neo-genitori deve infatti rispondere ad una serie di compiti legati non solo al loro nuovo ruolo genitoriale ma anche a quelli inerenti il proprio ruolo di coniugi.  In altre parole, mentre si è chiamati a diventare genitori non ci si può dimenticare di essere partner. 

Fare spazio al “terzo”: i cambiamenti e le eventuali difficoltà per la coppia.

Numerosi contributi empirici hanno indagato gli effetti della nascita del primo figlio sulla relazione di coppia focalizzandosi sulla qualità della relazione stessa ed in particolare sulla soddisfazione coniugale. In generale la nascita del bambino esercita il maggior impatto sulla vita della coppia dopo le prime 4-6 settimane, definite di “luna di miele” perché la novità e la vicinanza di parenti e amici rendono meno difficoltosi i compiti di cura e responsabilità genitoriale.

E’ a partire soprattutto dal terzo mese dopo la nascita che si assiste ad un decremento significativo della soddisfazione coniugale: i coniugi trascorrono meno tempo insieme, si impegnano in un minor numero di attività congiunte, hanno più conflitti e una minore attività sessuale. 

Diventare genitori impatta quindi negativamente sulla relazione di coppia? 

In realtà il declino del benessere coniugale durante la transition to parenthood non è un comportamento generalizzato, anzi numerosi studi hanno evidenziato che in alcune coppie c’è un significativo miglioramento della soddisfazione coniugale, con un aumento del grado di intimità, dell’attività sessuale e una rinnovata capacità di problem-solving di coppia. 

A fronte di tali risultati apparentemente contrastanti ci si è chiesti quali siano le variabili che intervengono nel momento in cui si diviene genitori e che influenzano la soddisfazione, la stabilità e il funzionamento coniugale in modo sia positivo che negativo.

Quel che è certo è che la transizione alla genitorialità comporta dei cambiamenti nel legame di coppia: da un lato diminuiscono gli aspetti tipici di companionship, ossia gli aspetti più romantici della relazione, il tempo trascorso a “fare qualcosa insieme”, dall’altro emerge con maggior evidenza il senso di coinvolgimento, di supporto e di appartenenza ad un progetto comune.

Se i partner non sono in grado di essere accettare tali cambiamenti e ridefinire la propria relazione come sottosistema autonomo capace di evolvere e gestire conflitti, risorse e sentimenti, allora il peggioramento del legame di coppia sembra inevitabile. 

“Transition to Parenthood”: il difficile compito di diventare genitori senza dimenticarsi di essere partner. 

La letteratura mette in luce inoltre alcuni mediatori che possono influenzare gli effetti e i cambiamenti che il divenire genitori comporta sull’essere coniugi, alcuni dei quali risultano dei fattori di rischio rispetto al funzionamento e alla soddisfazione coniugale.

  • Tra questi rientrano innanzitutto le esperienze relazionali precedenti e in particolare la relazione con i propri genitori. I neo genitori che riportano di aver ricevuto dai loro stessi genitori poche cure e poco affetto sono coloro che sperimentano una soddisfazione e un funzionamento coniugale meno positivo durante la transizione alla genitorialità
  • Un altro fattore di mediazione, particolarmente indagato, che può intervenire sulla qualità della relazione coniugale, è la pianificazione della gravidanza. Per le coppie che non hanno pianificato l’arrivo del loro primo figlio la transizione alla genitorialità può essere vissuta come particolarmente gravosa poiché i due partner vanno incontro ad un sovraccarico di compiti e di ruoli, che si ripercuote non solo sul funzionamento genitoriale ma anche sul benessere e sulla soddisfazione coniugale. Al contrario, pianificare l’arrivo di un figlio dà alla coppia la possibilità di riflettere sulla propria organizzazione interna, sulla suddivisione di competenze e ruoli, sulle risorse sociali e affettive disponibili così che tali aspetti possano essere ridefiniti in modo funzionale in vista della nascita del bambino e dei cambiamenti che determinerà. 
  • La discrepanza/concordanza tra aspettative e realtà costituisce un ulteriore fattore che influenza l’adattamento individuale e familiare. I dati empirici suggeriscono che l’esperienza di diventare genitori risulta spesso molto diversa da come la coppia se l’aspettava: i coniugi hanno aspettative molto più positive rispetto alla successiva esperienza di diventare genitori, andando così incontro ad una violazione delle stesse che impatta negativamente sulla relazione di coppia, con un calo della soddisfazione coniugale, un incremento delle interazioni conflittuali e una maggiore probabilità di sintomi depressivi. Sembra inoltre che la violazione delle aspettative prenatali cui vanno incontro donne e uomini sia in senso opposto ma convergente. Infatti le madri vedono una disconferma delle loro aspettative poichè i padri sono meno coinvolti sia nella cura che nelle attività ludiche con il bambino rispetto a quanto preventivato; i padri, dal canto loro, percepiscono una violazione delle loro aspettative prenatali poichè le madri sono molto più impegnate e operative rispetto ai nuovi compiti, investendo anche il campo ludico che, nell’immaginario paterno, era di propria competenza. 
  • Anche la durata della relazione di coppia è emersa come fattore potenzialmente capace di influenzare la qualità della relazione stessa. In particolare le coppie, la cui storia è iniziata in tempi più recenti e pertanto meno consolidate e con un minor grado di conoscenza reciproca, hanno una maggiore probabilità di andare incontro a un deterioramento della soddisfazione e della qualità coniugale dopo la nascita del primo figlio. 
  • Infine, alcuni autori sottolineano che anche la riduzione o l’alterazione del sonno, come variabile di natura prettamente biologica, possa comportare una serie di conseguenza a livello cognitivo e affettivo, quali maggiore livelli di stress psico-fisico, impulsività e irritabilità, che a loro volta impattano in modo negativo sulla relazione coniugale.  

E’ possibile prepararsi ad affrontare questo “compito di coppia”? 

Attualmente in ambito clinico c’è la possibilità di seguire percorsi preventivi rivolti alle coppie che si accingono a diventare per la prima volta genitori. Si tratta di interventi che solitamente iniziano o durante il periodo della gravidanza o durante i primi sei mesi di vita del bambino e che possono essere di tipo individuale, cioè rivolti alla singola coppia, o di tipo gruppale prevedendo quindi la partecipazione di più coppie. Questi interventi mirano a promuovere nei neo-genitori sia abilità educative, organizzative e comunicative, sia interazioni positive al fine di preparare la coppia ad affrontare i cambiamenti che conseguiranno alla nascita del bambino, nella salvaguardia del funzionamento e del benessere della relazione di coppia stessa.

I risultati della meta-analisi condotta da Pinquart e Tuebert (2010), in cui sono stati utilizzati 142 resoconti relativi a 133 interventi preventivi differenti, mostrano chiaramente che tali interventi rivolti alle coppie hanno degli effetti postivi sulla qualità e sulla soddisfazione della relazione coniugale, oltre che sullo stress esperito dai neo-genitori e sul loro benessere psicologico. 

Tali percorsi preventivi si configurano quindi come una potenziale risorsa esterna preziosa per le coppie che devono affrontare il difficile e complesso passaggio della transizione alla genitorialità ed è pertanto auspicabile che nel corso dei prossimi anni aumenti la loro diffusione e la loro accessibilità.

Bibliografia

Biehle S. M. e Mickelson K. D. (2012), First-time parents’ expectations about the division of childcare and play. Journal of Family Psychology, 26 (36-45).

Molgora S., Saita E. e Fenaroli V. (2010), Genitorialità: dai fattori critici ai percorsi di transizione-II. Una ricerca esplorativa. Rivista di Psicologia Clinica, 2 (122-132).

Pinquart M. e Teubert D. (2010), Effects of parenting education with expectant and new parents: A meta-analysis. Journal of Family Psychology, 24 (316-327).

Scabini E. e Iafrate R. (2003), Psicologia dei legami familiari. Bologna, Il Mulino.

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