L’abitudine al fumo di tabacco ( tabagismo) è uno dei maggiori problemi di salute pubblica nel mondo. L’OMS ritiene che sia responsabile di 8 milioni di decessi all’anno fino al 2030. Una sigaretta contiene molti componenti, più di 4000 sostanze chimiche dannose che si prigionano per effetto della combustione che portano seri danni a tutto l’organismo.
La nicotina presente nel tabacco è una sostanza psicoattiva che influenza il sistema nervoso, respiratorio e cardiocircolatorio ed è la responsabile della dipendenza. Una volta inalato il fumo di sigaretta, raggiunge il cervello in poco tempo, generando una sensazione di piacere e sollievo che però crea una forte dipendenza. Nonostante la crescente consapevolezza di rischi per la salite, molte persone faticano a smettere di fumare.
Ci sono diversi modi di fumare il tabacco, dalla sigaretta normale ai nuovi dispositivi elettronici, che non sono affatto meno dannosi della sigaretta tradizionale. Non solo il fumo attivo è tossico mai che quello passivo lo è, vale a dire il fumo prodotto da fumatori attivi e respirato da non fumatori che condividono lo stesso spazio.
Smettere di fumare è possibile, anche se è un percorso complesso tra motivazioni, resistenze e ambivalenze. Tale percorso può richiedere la presenza di uno psicologo per sciogliere dei nodi emotivi e psicologici della dipendenza e rendere la persona libera.
La dipendenza psicologica e fisica
Quando la nicotina entra in circolo nell’organismo, si lega ai recettori nicotinismi. Questo stimola il rilascio della dopamina nel circuito mesolimbico, implica nei meccanismi di rinforzo e di piacere. Con il tempo, il cervello si adatta alla presenza costante della nicotina, modificano la sensibilità recettoriale e questo porta al fenomeno della tolleranza, vale a dire serve più nicotina per ottenere lo stesso getto ed evitare l’astinenza. La sindrome dell’astinenza è una condizione fisica e psicologica di malessere che può essere evitata con l’introduzione della sostanza che porta gratificazione e beneficio. Durante la sindone dell’astinenza, la persona manifesta formicolii, vertigini, difficoltà a concentrarsi, stati di ansia e sonno disturbato. I sintomi dell’astinenza sono transitori e passeggeri e bisogna resistere alla loro insorgenza. Questo è il meccanismo della dipendenza fisica.
Oltre alla componente neuro-chimica, il fumo assume anche un significato relazione e simbolico. Rappresenta infatti una forma di autoregolazione emotiva, come la riduzione dell’ansia e gestione dello stress, un rituale di identificazione o un mezzo di sentirsi far parte di un gruppo.
Si instaura la dipendenza psicologica, di non riuscire a controllare l’impulso a fumare ma di avvertire sempre un costante senso desiderio di farlo ( craving)
Nel tempo si instaurano associazioni cognitivi e comportamentali che rafforzano il comportamento. Ad esempio, si instaura l’abitudine di fumare una sigaretta dopo pranzo creando così quella abitudine quotidiana. Oppure, per gestire una riunione difficile al lavoro, tendo a fumare per gestire lo stress.
Questi legami psicologici possono persistere anche dopo la scomparsa della dipendenza fisica, rendendo complesso il processo di cessazione.
Il fumo di sigaretta è una delle dipendenze psicologiche e fisiche già diffuse, nonostante le campagne di sensibilizzazioni, le persone continuano a fumare, sottovalutando i danni fisici e psicologici. Molto spesso la semplice informazione non serve, di fronte anche al rinforzo sociale di amici e famigliari che fumano oppure di situazione gratificanti dopo l’uso della sigaretta.
I segnali percepire che si ha una dipendenza da sigaretta
Spesso le persone non sono consapevoli dei problema. Non sola le persone non si rendono conto di quante sigarette fumano ma di come il fumo influisce in modo negativo sulla propria vita e livello psicofisico. Tra i segnali più allarmanti, ci sono sicuramente
- il desidero irrefrenabile e intenso di fumare
- la necessità di assumere maggior quantità di fumo per avere lo stesso beneficio
- fumare nonostante i danni
- rinunciare alle attività sociali , lavorative e ricreativi per poter fumare.
Le terapie per smettere
Le terapie per smettere di fumare si dividono in farmacologiche e non farmacologiche.
Tre le terapie farmacologiche, le piè famose sono le terapie con i sostituti della nicotina o alcune combinazioni di farmaci.
Tra quelle non farmacologiche, sono efficaci il counseling motivazione e le terapie cognitive. Un approccio multimediale è necessario per smettere di fumare
La terapia psicologica aiuta la persona a comprendere l’abitudine del fumo e a creare strategie funzionali per uscire. Molto spesso infatti non si ha la percezione di avere una dipendenza ma si tratta questo comportamento come un semplice vizio o un capriccio.
La terapia può aiutare la prosa a modificare il suo comportamento di dipendenza per migliorare il benessere psicofisico.
Durante il percorso, possono esserci delle semplici scivolate o delle ricadute vere e proprie che vanno gestite in modo consapevole. È importante evitare situazioni al alto rischio dove le strategie di coping non sono funzionali e che portano una bassa autoefficacia nel percorso e quindi abbandono del percorso.
Durante il percorso possono essere fornire delle strategie di fronteggiamento preventive, immediate o riparatrici. Vengono anche forniti strumenti per gestire le crisi di astinenza e la gestione del craving legato alla sigaretta.
Il lavoro di terapia aiuta la persona a riconoscere gli svantaggi della situazione, valutando i vantaggi del cambiamento. Insieme allo psicologo è possibile progettare il cambiamento per smettere di fumare, lavorando sia sugli aspetti di motivazione interna che di autoefficia.
Quando si inizia un percorso di cambiamento, la persona si trova ad affrontare diverse fasi, come descrivono nel lodo modello degli stati di cambiato Di Clemente e Prosacha. Dallo stato di pre contemplazione “ fumare non è un mio problema, non me ne voglio occupare ora) si guida la persona allo stato dell’azione per sentirsi libero ed evitare le ricadute . Elemento importare è poi il mantenimento del comportamento corretto.
La persona infatti smesso continua ad assumere la sostanza nonostante i danni fisici e le conseguenze sociali, come la perdita di legami o lo svolgimento della propria attività lavorativa.
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