Clara, una ragazza di 16 anni è distrutta. Ha appena scoperto che il suo ragazzo l’ha tradita con una sua coetanea.

L’ha scoperto perché glielo ha detto proprio lui, dopo essersene pentito. Il suo pianto è incontenibile, ma dopo un po’ apre ad un possibile riavvicinamento, perché ha verificato che “lui, proprio perché me lo ha detto, ha in mente solo me e non l’altra”.

Questo breve esempio ci introduce al tema di come viene percepita l’infedeltà del partner per gli uomini e le donne.

Reagiamo tutti allo stesso modo?
Cosa proviamo?
Che valore diamo a questo evento ?
E soprattutto come se ne può uscire?

Secondo gli psicologi della Chapman University (https://www.chapman.edu/)

gli uomini eterosessuali hanno più probabilità rispetto alle donne etero di essere “sconvolti” dall‘infedeltà sessuale (54% vs 35%) e meno probabilità di essere colpiti dall infedeltà emotiva (46% degli uomini contro il 65% delle donne).

In altre parole: l’uomo preferisce che la sua partnerfantastichi” su un eventuale tradimento piuttosto che abbia rapporti intimi. Per la donne, invece, è il contrario: non perdonerebbero il tradimento mentale.

Come si è svolto lo studio

L’obiettivo della ricerca era capire quale tecnica fosse più efficace per “curare” il mal d’amore. Alla sperimentazione ha partecipato un gruppo di 24 persone di età compresa tra 20 e 37 anni, che aveva appena chiuso una relazione durata in media due anni e mezzo. Tutti avevano un elemento in comune: erano ancora innamorati del loro ex partner.
 
I ricercatori hanno dato ai candidati tre suggerimenti: il primo era quello di pensare intensamente a qualcosa di fastidioso che faceva abitualmente il proprio ex (e non valeva giurare in preda a crisi di pianto di amare terribilmente anche tutti i suoi difetti!).
 
La seconda strategia – detta di rivalutazione dell’amore – consisteva nell’accettare i propri sentimenti, senza giudicarli. Per farlo occorreva ripetersi come fosse un mantra che “è lecito amare qualcuno, anche se non si è più ricambiati”.
 
La terza strategia cognitivo comportamentale è (forse) la più comune: la distrazione. Ai candidati era suggerito di lasciar vagare la mente pensando a qualcosa di gratificante: una musica, un cibo o un’emozione.

Misurare le emozioni

 
Mentre i candidati sperimentavano le tre strategie i ricercatori hanno mostrato a ognuno la foto dell’ex sottoponendo il candidato a un elettroencefalogramma (EEG): l’obiettivo era valutare l’intensità delle emozioni provate e il fascino esercitato dall’immagine.
 
I risultati hanno rivelato che in tutti e tre i casi gli innamorati provavano emozioni meno intense. Con alcune differenze. Chi pensava ai difetti del proprio ex era di cattivo umore, ma alla vista della foto risultava decisamente meno innamorato del solito. E secondo gli studiosi è proprio questo il rimedio più efficace nel lungo termine per rialzarsi da una batosta sentimentale.

Per avere un po’ di buonumore nell’immediato la strategia migliore è risultata però quella della distrazione. O meglio: i candidati continuavano a sentirsi innamoratissimi del loro ex partner… ma con il sorriso sulle labbra!
 
La rivalutazione dell’amore invece non ha mostrato alcun effetto né sull’amore né sull’umore. In compenso ha ridotto complessivamente l’intensità delle emozioni provate.
 
E il rimedio “chiodo schiaccia chiodo“? Gli esperti non l’hanno preso in considerazione tra le “terapie” da testare e non hanno espresso giudizi, ma c’è chi giura che sia un rimedio almeno altrettanto efficace.

Queste ricerche danno delle indicazioni su qualcosa che ci portiamo dietro dal nostro patrimonio genetico e dall’adattamento al fine di mantenere, assicurare  e proseguire il nostro successo riproduttivo.

Ma accanto all’aspetto evoluzionistico, ve ne è un altro che è quello più inerente al senso e significato che le relazioni hanno per ognuno di noi. Così anche il tema del tradimento, che come vediamo può assumere significati diversi, rimanda a questioni più complesse e profonde che possono trovare nello studio dello psicologo un luogo privilegiato e sicuro per essere affrontate, capite e risolte.

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