Di recente sono stati pubblicati i risultati dell’ultima indagine Istat sullo stato di salute degli italiani. Ne è emersa una fotografia con indicazioni importanti per le cure e le strategie più adatte da adottare.Dati che vanno letti però, anche dalla prospettiva delle cure psicologiche primarie.

 

Qual’è lo stato di salute degli italiani? Più di 42 milioni di italiani, il 70% della popolazione,hanno la percezione di essere in buona salute ( https://www.istat.it/it/files/2016/12/3-salute-e-sanita.pdf)

E gli altri?

Dall’ultimo rapporto dell’Istat ( Istituto di statistica italiano) le patologie croniche colpiscono 23,6 milioni di italiani. L’impatto delle principali patologie andrebbe visto non solo da un punto di vista dei costi economici, ma anche da quello psicologico di “tenuta” dell’equilibrio del paziente che ne è affetto e dei familiari che lo circondano. Sentirsi in buona salute infatti, investe sempre più aree legate alla cura,in un’ottica di presa in carico mirato del paziente. Ma vediamo sinteticamente di quali patologie si tratta.

 

Ipertensione

 

studi di psicologia milano buonarrotiAl primo posto come patologia di cui soffrono gli italiani troviamo l’ipertensione arteriosa. Sono più le donne italiane ( 5,6 milioni) che gli uomini 4,9 milioni) a soffrirne maggiormente, ma sono questi ultimi che negli ultimi 5 anni stanno preoccupando di più gli operatori sanitari. Se i pazienti dal 2012 al 2016 sono cresciuti del 6,3 %, gli uomini hanno avuto un tasso di sviluppo del 9,2%, con punte del 10,4% nel 2014, mentre per le donne la crescita è contenuta (4%). Quattro pazienti su cinque hanno 55 e più anni ovvero 8,7 milioni di persone ( + 6,9%), mentre i più giovani ( 1,8 milioni) sono abbastanza stabili.

 

Artrosi e artrite

 

E’ la seconda patologia per numerosità. Colpisce molto più le donne che gli uomini: su 9,6 milioni di individui, 6,5 milioni sono donne e 3,1 milioni sono uomini. Dal 2012 al 2016 la diminuzione nei maschi è stata del 9,2%, nelle femmine del 2,9% e nelle persone sotto i 55 anni del 12%.

 

Malattie allergiche

 

A soffrirne sono leggermente più le donne(55%) che uomini, e soprattutto più giovani che anziani ( 7 su 10 sono pazienti al di sotto dei 35 anni). Sarebbe opportuno comunque tenere presente da questi dati, l’incidenza delle allergie dovute ai farmaci utilizzati per curare altre patologie quali artrosi o osteoporosi. Infatti l’uso cronico di Fans ( farmaci antinfiammatori non steroidi) può provocare allergie non previste.

 

Osteoporosi

 

Anche se nell’ultimo quinquennio la patologia è risultata stabile 9 pazienti su 10 sono donne e persone con oltre 55 anni

 

Bronchite cronica

 

È diffusa in misura pressoché simile tra uomini e donne, ma per fortuna risulta in sensibile decremento nel sesso femminile (- 9%) e negli ultra cinquantaquattrenni ( -7,4%). Anche nei più giovani, si registra un calo anche se più contenuto.

 

Diabete

 

L’incidenza sia per gli uomini che per le donne è la stessa. Il diabete colpisce soprattutto gli ultrà 55 anni ( 85%, pari a 2,7milioni di italiani).

 

Disturbi nervosi

 

Circa due terzi dei pazienti sono donne (1,8 milioni) e persone non più giovani ( 1,7 milioni).

 

Malattie del cuore

 

Sono in aumento tra gli uomini del 20% rispetto al 2012 soprattutto nella popolazione di ultra 54 anni.

 

Ulcera gastrica e duodenale

 

Ne soffrono 707 mila uomini e 753 mila donne, seppur ultimamente in contrazione tra le donne (-15%).

 

Supportare e prevenire: l’importanza delle cure psicologiche

 

Ora al di là dei numeri e delle statistiche che fanno una fotografia di come effettivamente stiamo in Italia, quello che ci importa sottolineare è quanto l’impatto psicologico, nel soffrire di una patologia cronica, determini tutta una serie di cambiamenti comportamentali con una possibile flessione della qualità della vita di chi ne soffre.

Spesso è proprio per l’incapacità di adattarsi all’arrivo di una malattia importante e con cui ci si dovrà convivere per tutta la vita, che assistiamo alla comparsa di sintomi ansiosi e/o ansioso depressivi spesso invalidanti che certamente fanno da intralcio alle cure.

L’irrompere nella vita di una persona di tali eventi necessita di una elaborazione oltre che del proprio vissuto fisico, corporale, anche di un riassetto e di una nuova prospettiva psichica, che investe le emozioni più profonde, le relazioni con gli altri, l’accettazione non sempre semplice della nostra aspettativa di vita.

In questi casi un percorso psicoterapeutico non dà soltanto l’opportunità di sentirsi meglio nell’immediato, ma diventa l’occasione per affrontare temi che avevamo tenuto sempre lontani o più elegantemente, come usiamo dire, “rimosso”.

Ricercare dunque un supporto qualificato di uno psicologo, può essere di grande aiuto sia per chi deve affrontare un evento nuovo ed inaspettato, sia per le persone che dovrebbero essere vicine a chi si trova in difficoltà, ma che non c’è la fanno

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